Elvio Chiricozzi
Born in Viterbo in 1965, he started exhibiting in 1989. He participated in many exhibitions in both public and private spaces, among which: Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza, Rome (1994); XII Quadriennale d’Arte, Rome (1996); Museo Risorgimento, Rome (1999); Fori Imperiali, Rome (1999); Museum of Modern Art, Ostend (2001); Vasby Konsthall, Stockholm (2001); European Parlament, Brussels (2003); Ministero degli Affari Esteri italiano, Rome (2004); X Biennale di Architettura, Venice (2006); Fondazione Volume!, Rome (2010); Casa delle letterature, Rome (2010); Castello di Rivara (2011); Muséè d’Art Moderne et Contemporain,Saint Etienne (2015) .His work is part of the permanent collection of the United Nations in Geneva. In 2013, he created ‘La stanza del cielo’ (The sky room), a site-specific installation for the Rivara Castle, curated by Franz Paludetto.
The most recent works are inspired by natural phenomena to deal with existential issues.
In Ciò che non muta (2010) the drama of adolescence, which mainly regards the communication of the uncertain or undecided states of consciousness, becomes openness to the possible and to the lightness, as it happens in the enchantment of the composition and recomposition of joyful groups of birds in flight. The work takes up a theme which was beloved from the ancient philosophy and the artist’s interests: the study of the moment in which the sign ceases to be matter, trace of a rub or deposit of a pigment, to become communication and beauty through the language.
With the series Ritroverai le nubi (2013) the Chiricozzi’s thought focuses on the basic dimension of the event, with the observation of phenomena that are constantly changing, but without giving up their identity. The clouds are a metaphor of our being, where the attention towards the world makes us kaleidoscopic, while the identity does not change.
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Elvio Chiricozzi
Nato a Viterbo nel 1965,inizia la sua attività espositiva nel 1989. Partecipa a numerose mostre in spazi sia pubblici che privati, tra le quali ricordiamo: Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza, Roma (1994); XII Quadriennale d’Arte, Roma (1996); Museo Risorgimento, Roma (1999); Fori Imperiali, Roma (1999); Museo d’Arte Moderna di Ostenda-Belgio (2001); VasbyKonsthall, Stoccolma (2001); Parlamento Europeo, Bruxelles (2003); Ministero degli Affari Esteri italiano, Roma (2004); X Biennale di Architettura, Venezia (2006); Fondazione Volume!, Roma (2010); Casa delle letterature, Roma (2010); Castello di Rivara (2011); Muséè D’art Moderne et Contemporain, Saint Etienne (2015). Il suo lavoro fa parte della collezione permanente delle Nazioni Unite a Ginevra. Nel 2013 ha realizzato “La stanza del cielo”, installazione site-specific per il Castello di Rivara, con la cura di Franz Paludetto.
Le serie dei lavori più recenti prendono ispirazione dai fenomeni naturali per affrontare tematiche esistenzialiste.
In Ciò che non muta (2010) il dramma dell’adolescenza, che riguarda soprattutto la comunicazione degli stati di coscienza incerti o indecisi,diventa apertura al possibile e alla leggerezza, come avviene nell’incanto della composizione e ricomposizione di gioiosi gruppi di uccelli in volo. L’opera riprende un tema caro alla filosofia antica e agli interessi dell’artista: lo studio del momento in cui il segno cessa di essere materia, traccia di uno sfregamento o deposito di un pigmento, per diventare comunicazione e bellezza attraverso il linguaggio.
Con la serie Ritroverai le nubi (2013)la riflessione di Chiricozzi si sofferma sulla dimensione basica dell’evento,con l’osservazione di fenomeni che mutano continuamente, pur senza rinunciare alla loro identità. Le nubi sono una metafora del nostro essere, in cui l’attenzione verso il mondo ci rende caleidoscopici, mentre l’identità non muta.